Fare Media Buying nell’era del digital marketing ha permesso di avere molto più controllo su tutti i vari strumenti a cui ci si affida. Basti pensare alla differenza tra il vecchio modo di fare Media Buying ed il Media Buying nell’era di Internet.

Se in passato per la crescita di un marchio o per la vendita di un servizio/prodotto, ci si affidava unicamente a strumenti come la radio e la tv, o più banalmente ai cartelloni pubblicitari visibili in strada, oggi grazie al web è possibile adottare una strategia multicanale in grado di “inseguire” l’utente nelle sue interazioni online.

Questo nuovo modello di marketing permette di valutare molto più scrupolosamente in che modo una data campagna di marketing ha impattato sul proprio target audience, in quanto gli strumenti digitali che si utilizzano oggi permettono tracciamenti accurati e misurazioni specifiche dei costi di acquisizione per ogni utente.

Dunque sarà possibile evitare inutili sprechi di budget, andando a colpire un pubblico sempre profilato, interessato ed in qualche modo ricettivo.

Quando parliamo di Media Buying nell’era di Internet, è inevitabile parlare anche di chi in questo momento sta dominando quelli che sono gli spazi presidiati dal pubblico (se prima la TV e la radio avevano il monopolio, oggi la maggioranza degli utenti è presente sui social network o, come nel caso di Google, sui motori di ricerca).

Praticamente quasi tutto il traffico online oggi è nelle mani delle immense multinazionali digitali che tutti noi conosciamo come Google, Meta (che ingloba Facebook, Instagram e WhatsApp), Amazon ed altri pochi player nel settore.

 È su queste piattaforme che, pagando una quota (Cpc), è possibile arrivare ad una vastità di utenti altamente profilati. Questo significa che si aumenta al massimo l’efficacia degli annunci pubblicitari e che la probabilità di ottenere nuovi utenti interessati (in gergo tecnico leads) è molto più alta che con qualsiasi altra tecnica di marketing esistente.

È anche a questo che i colossi dell’internet devono la loro immensa ricchezza, in quanto sono diventati degli enormi rivenditori di spazi pubblicitari.

Le principali fonti di traffico digitale a cui un’azienda (o un media buyer) può attingere sono le seguenti:

• Google Ads (ex Google Adwords) che comprende anche Youtube Ads, specie per la pubblicità Display
• Facebook Ads, che comprende anche Instagram Ads
• Tik Tok Ads
• Twitter ads
• Linkedin Ads
• Amazon Advertising unicamente sulla sua piattaforma proprietaria
• Taboola, Outbrain e altri ancora per il Native Advertising
• Spazi e banner su siti web proprietari
• Guest post sul blog di settore
• Digital Pr e comunicati stampa

Una buona strategia di Media Buying deve considerare anche l’acquisizione di canali più tradizionali quali la carta stampata, la radio o la tv. Tutto è strutturato in funzione della tipologia di prodotto/servizio che si ha intenzione di vendere, o del tipo di cliente che si cerca di acquisire.

Un fattore molto importante da tenere in considerazione è quello del pubblico che si sta cercando di intercettare con una campagna di Media Buying efficace.

Questo perché ogni canale può ospitare una tipologia di utenti differente.

Si pensi ad esempio a Tik Tok Ads: non sarebbe saggio cercare di acquisire clienti in questa piattaforma se si sta cercando di vendere apparecchi acustici, in quanto il pubblico del noto social cinese è quasi totalmente composto di adolescenti o comunque giovani.

Questo sono il tipo di valutazioni prese in considerazione dal media buyer che, con una strategia studiata a tavolino, aiuta le aziende a crescere ed ottenere risultati concreti sfruttando i canali digitali che oggi internet ci mette a disposizione.